mercoledì 17 aprile 2013

Una bomba e l'umanità

Ricordo una lezione con Antonio Scurati in cui una compagna di corso ha detto "bisogna conoscere l'umanità" e lui le ha risposto qualcosa tipo "fidati, tu non vuoi conoscere l'umanità, non è come te la aspetti". Ora, Scurati è quello che è (nel bene - abbastanza- e nel mediocre), ma quel giro ha detto una cosa con cui non andavo molto d'accordo.

Un'altra volta, guardavo un video di George Carlin, in cui parlando del pianeta terra e di alcuni ambientalisti americani ha detto "The Planet is fine, the people are fucked". Il pianeta sta bene, le persone sono fottute.
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Anche qui non sono d'accordo.
Prima, sfogliando i giornali sul Mattino di Padova ho letto"dopo Boston domenica prevista eccezionali misure di sicurezza".

È mai possibile che due bombe a Boston possano far scattare "eccezionali misure di sicurezza" a PADOVA? Il punto, secondo me, è che nel sentire comune, la frase di Scurati, quella di Carlin e il sottotitolo del Mattino di Padova fanno tutte parte dello stesso presupposto abbastanza fanatico. Ovvero che non siamo sicuri, il pericolo è sempre dietro l'angolo e non sai mai quello che ti può capitare.

Capiamoci, il mondo è pieno di cose tremende, dalla Corea del Nord al vicino di casa che picchia la moglie, ma "l'umanità" è l'esatto opposto. L'umanità è quella cosa che evita che il male dilaghi, no?

Sì, il male, quella cosa lì. Ovvero la paura. Lo sappiamo, la paura è la migliore arma di controllo. L'umanità, la fiducia nelle persone, è l'antidoto.

Non ho la più pallida idea di chi sianon gli attentatori di Boston, ma ho come l'impressione che non sia qualcuno di AlQaeda. Però, forse un esempio con Alqaeda può aiutare.

Pur non dandoci tanto bado, la maggior parte degli attentati di Alqaeda avviene Iraq, Pakistan, Yemen, Oman, Arabia Saudita... i loro posti.Come l'estremismo di destra, il terrorismo fondamentalista e gli attentati contro i civili servono a mantenere la paura. La paura, le ritorsioni, la tensione servono per controllare le persone. Per fargli temere il cambiamento.

Sono certo che qualche poliziotto in più a Padova non generi nessun colpo di stato fascista, non sto parlando di questo. Ma mi piace ricordare, in questi casi, quello che ha detto il premier norvegese Jens Stoltenberg dopo la strage di Utoya. Come ricorda Gilioli , Stoltenberg disse che a quella mattanza il suo Paese avrebbe risposto «non con meno apertura, con meno diritti e con meno tolleranza, ma con più apertura, con più diritti e con più tolleranza».

Con più umanità, insomma.

p.s. veramente non capisco quelli che già da lunedì sera facevano battute. Che hanno al posto della testa, il culo?

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