giovedì 11 ottobre 2012

Senza perdere la memoria


Post apparso su Finzioni Magazine

Lettualità edizione speciale – Ricordando Ernesto Guevara della Serna, a 55 anni e 3 giorni dalla sua morte (per assassinio) tramite ricordi personali

Ho conosciuto Che Guevara per finta, quando guardavo la televisione con i miei forse durante la trasmissione La posta del cuore. Sabina Guzzanti lo imitava. Era il 1998. Quando chiesi ai miei genitori chi fosse Che Guevara mi dissero “Un rivoluzionario cubano”. Ok, ma come fai a riassumere Ernesto Guevara in tre parole? Certo, rivoluzionario, medico, politico, ma anche scrittore e, soprattutto, vorace lettore. Non è questo il posto per un ricordo politico, del Che, ma mi piace ricordare come fosse un appassionato grafomane e, nei suoi limiti, un intellettuale.

È una cifra ricorrente in molti pensatori di sinistra. Dopo la Bibbia e la saga di Harry Potter, il Libretto Rosso di Mao è il libro più letto (e stampato). Ma pensiamo anche al Che Fare di Lenin, o a Il Manifesto, di Marx e tutta la produzione dei Wu Ming. E poi, mano a mano che ci si sposta verso il centro e lo si scavalca, la qualità cala drasticamente: Walter Veltroni, ad esempio.
Tre ricordi del Che, tramite altrettanti libri.

Stavo con una ragazza, qualche anno fa, che aveva regalato ad un suo amico Diario in Bolivia, ma il suo amico già ce l'aveva così me lo sono preso io. Ovvero gli appunti che Guevara scrisse in Bolivia negli ultimi sue due anni di vita, prima che fosse tradito e ammazzato. Non è certo il suo miglior libro, ma è molto intimo (in fondo era pur sempre il suo diario). Molti giorni si susseguono come un elenco di mansioni distribuite tra i suoi sottoposti, ma quelle piccole riflessioni e il senso tragico di una fine imminente, ogni tanto affiorano e lasciano intravedere un futuro tenebroso.

L’estate prima un mio collega mi prestò Senza perdere la tenerezza, che è un librone in cui Paco Ignacio Taibo II scrive la biografia del Che. Probabilmente è il testo più accurato mai scritto, con migliaia di riferimenti ai documenti personali, lettere, diari, appunti, corrispondenza con Fidel Castro, con sua moglie e via dicendo. Alcuni dicono che sia un testo abbasta di parte, ma cosa non lo è quando si parla del Che? Dal libro apprendiamo anche cose un po' stupide, ad esempio quando era convinto che mischiando l'acqua dolce (quella poca che gli era rimasta) con dell'acqua salmastra si potesse ottenere altra acqua dolce. Non so, questo particolare mi ha lasciato un po' stupito… Ernesto era un medico, come poteva credere a questa stupida diceria? Eppure la guerriglia era anche quello. Apprendiamo anche fatti molto più importanti: Che Guevara leggeva molto Sartre, ma anche Dante. E teneva appunti su appunti.

Ultimo ricordo, l’estate scorsa, mentre ero a Londra. Sono partito con due libri, il primo era Il Grande Sonno, l’altro era Latinoamericana (ne ho parlato qui) che narra del viaggio che Ernesto e il suo amico Alberto fanno attraverso il Sud America, dall'Argentina al Venezuela. Ho letto del libro, dovo aver già visto il film. Quando Alberto Granado è morto, un paio di anni fa, ricordo che ero a casa di un'amica e mi è arrivato un sms di Michele Danesi: "Alberto Granado è morto". Ed è molto triste.
Guardate che scrisse Calvino, quando seppe della morte di Ernesto (si erano conosciuti qualche anno prima):
Qualsiasi cosa io cerchi di scrivere per esprimere la mia ammirazione per Ernesto Che Guevara, per come visse e per come morì, mi pare fuori tono. Sento la sua risata che mi risponde, piena d'ironia e di commiserazione. Io sono qui, seduto nel mio studio, tra i miei libri, nella finta pace e finta prosperità dell'Europa, dedico un breve intervallo del mio lavoro a scrivere, senza alcun rischio, d'un uomo che ha voluto assumersi tutti i rischi, che non ha accettato la finzione d'una pace provvisoria, un uomo che chiedeva a sè e agli altri il massimo spirito di sacrificio, convinto che ogni risparmio di sacrifici oggi si pagherà domani con una somma di sacrifici ancor maggiori.
Guevara è per noi questo richiamo alla gravità assoluta di tutto ciò che riguarda la rivoluzione e l'avvenire del mondo, questa critica radicale a ogni gesto che serva soltanto a mettere a posto le nostre coscienze.
Ma è così, il tempo passa e fermalo se puoi! L'importante, dunque, è non perdere la memoria.